04 Ott Braceria Bifulco a Ottaviano, con l’enoteca e le cantine dei formaggi e dei prosciutti ormai gioca un altro campionato
Con i nuovi spazi dedicati al vino, ai formaggi e ai salumi e prosciutti Luciano Bifulco ha fatto un norme salto di qualità. Io che lo seguo dai primi passi posso confessare che non avrei mai pensato che dopo la creazione di Bifulco Exclusive gestito dal fratello Nando, lo spostamento del ristorante con le braci ad ogni piano, si potesse alzare l’asticella. Invece è quello che è accaduto, anzi, sta accadendo perchè non è ancora finita. Uno dopo l’altro gli esercizi dello stabile dove sta la salumeria di famiglia a vicolo Lavinaio hanno ceduto il passo al progetto. Adesso c’è un magnifico negozio dove è esposta la merce e ogni be diDio. Al piano di sotto oltre il caveau che supera ogni immaginazione: oltre
duemila referenze enologiche, regalistica, formaggi Carmasciando, prosciutti iberici e salumi prodotti in proprio. Carmasciando? Si, l’azienda irpina fondata da Angelo Nudo, memoria storica della galoppata fatta dall’enologia e dalla gastronomia campana a partire dal 1994, è stata rilevata dal Gruppo Bifulco. Quindi al piano di sotto abbiamo una grandissima cantina dove l’unica cosa che può essere incrementata è la Francia, Champagneria a parte. Alle due ali le grandi stanze di affinamento dei salumi e dei prosciutti iberici di Joselito e, appunto, dei formaggi. Un vero e proprio luna park del gusto dove si trova praticamente tutto.
Sopra, la sala ristorante che gira alla grande, con un addetto al solo taglio delle carni, e cinque persone in cucina. Il servizio di sala ineccepibile.
Ma non finisce qui: un po’ come alcune famiglie di vinificatori sono passate alla produzione riuscendo a stare al passo con i tempi, la famiglia ha acquisito una azienda di oltre 30 ettari a San Giorgio la Molara, nel cuore del Fortore in provincia di Benevento, capitale della carne di razza marchigiana, per chiudere il ciclo. Luciano Bifulco, tenendo sempre fede ad una lunga storia che si tramanda di padre in figlio, è stato tra i primi a portare avanti i concetti di carne marezzata e frollata nel Sud Italia arrivando a coniare un metodo di allevamento e trasformazione.
Il progetto comprende le attività di vendita alla spicciolata delle carni e dei salumi, di formaggi, la produzione in proprio di pasta fresca, immancabile il panettone alle albicocche, buonissimo, il lievitato che sta salvando questa tradizione straordinaria vesuviana. Un vero e proprio emporio gastronomico con il meglio della tradizione campana e italiana.
Il ristorante diventa dunque la vetrina finale di questi ragionamenti a tutto tondo, assolutamente moderni e futuristici: perché nei prossimi anni nei ristoranti non potrà entrare altra carne che non sia quella di animali che hanno vissuto dignitosamente. La sala vanta un servizio preciso ed efficiente, ci si sente a proprio agio: straordinari i carpacci e le tartare, ottima la genovese, ognuno può scegliersi il suo taglio e divertirsi.Dunque un ristorante dove il cliente può controllare bene la spesa a seconda di quello che sceglie nel piatto e nel bicchiere senza limiti.
Sicuramente il concetto di cantina di queste proporzioni vede pochi altri esempi in Campania (Don Alfonso, Quattro Passi, Torre del Saracino Fattoria del Campiglione, Mood Steakhouse, Punto Nave, Pescheria per citare i principali).
Non siamo fra quelli che frignano perchè la Michelin non mette una, due o tre stelle, ma sicuramente l’assenza di una segnalazione di questo posto, tra l’altro facilmente raggiungibile perchè collegato all’autostrada Napoli Bari e alle vie di scorrimento veloce che tagliano, è un errore professionale. Un buco gastronomico grande quanto il cratere del Vesuvio.
Che dirvi? Se prenotate venite un po’ prima, per vedere tutto ci vuole almeno un’oretta a dire poco.
Ah, non perdetevi il soffritto preparato personalmente dalla mamma di Luciano e Nando. Con spaghettone o bucatino, ovviamente.